Benvenuto a corte, incontra il nostro re
L’Amarone è probabilmente il vino più conosciuto della Valpolicella: unico e inimitabile, il suo nome è sinonimo di distinzione e la sua esclusività ricorda il duro lavoro necessario per creare questo vino complesso. Lo sapevi che è stato creato quasi per errore? E cosa sono le “arele”? Fai una passeggiata con noi e scopri di più…
1) Storia e modernità
L’Amarone nasce da un’evoluzione del Recioto, uno dei vini più antichi della nostra terra: in epoca romana era chiamato “Acinatico”, e abbiamo prove della sua esistenza fin dal IV secolo da una lettera scritta da Cassiodoro (un intellettuale romano, poi prefetto del pretorio per Teodorico, re dei Visigoti). In questo testo Cassiodoro racconta di un vino della Valpolicella, ottenuto attraverso un particolare processo di appassimento dell’uva. Questo antico Acinatico era l’antenato del Recioto, vino vellutato e dolce che prende il nome dal dialetto “recia” (“spiga”), ad indicare le uve più alte e meglio esposte che un tempo erano le uniche utilizzate. Irresistibile: Amarone della Valpolicella.
Irresistible: Amarone della Valpolicella
2) Aggiungi un tocco di fortuna
Nel Recioto viene fermata la trasformazione degli zuccheri in alcol, permettendogli di raggiungere il suo tipico sapore dolce. Tuttavia, tra le famiglie dei viticoltori iniziò a comparire un altro tipo di Recioto secco, “amaro”: poiché era difficile fermare la fermentazione al momento giusto, a volte le partite di vino continuavano a fermentare, dando vita ad un vino dal sapore piuttosto amaro: in questo caso si chiamava “Recioto scapà” (un Recioto che “scappò”). C’è chi dice che il caso abbia avuto un ruolo importante in questa storia: la leggenda narra che, nel 1936, Adelino Lucchese – all’epoca capo enologo della Cantina Sociale Valpolicella, poi a Villa Mosconi, a Novare – assaggiò il vino da una botte dimenticata e decretò che era un vino superiore, “non amaro, ma amarone!” ribattezzando di fatto “Recioto scapà” in “Amarone”.
Uve durante il processo di appassimento
3) Un vino in edizione limitata
L’Amarone è ottenuto da un blend di diverse uve locali: Corvina (dal 45 al 95%), Corvinone (massimo 50%, in sostituzione di un’uguale percentuale di Corvina), Rondinella (dal 5 al 30%); il disciplinare DOC consente anche un massimo del 15% di “uve rosse non aromatiche, autorizzate e suggerite per la provincia di Verona”. Le uve vengono selezionate manualmente e lasciate ad appassire almeno fino al gennaio successivo in cassette di legno o sulle tradizionali “arele”, stuoie di canna, dove i grappoli vengono distesi senza sovrapporsi, consentendo un ottimale passaggio dell’aria. L’uva, in questo lasso di tempo, perderà circa il 30-40% del suo peso, risultando in una gradazione zuccherina molto elevata. Si può giustamente dire che una bottiglia di Amarone utilizza quasi il doppio di uva di qualsiasi altra bottiglia di vino locale. Ma il risultato finale vale la fatica e l’attesa: un vino rosso strutturato, complesso ed elegante, corposo, dalla forte personalità.
Degustazione in Valpolicella – Pagus Wine Tours
4) …vuoi saperne di più?
Il modo migliore per innamorarsi dell’Amarone è assaggiarlo e vedere dove è nato: prenota il tuo posto e unisciti alle nostre guide per una domenica in Valpolicella, e scopri direttamente da loro tutto ciò che riguarda la nostra star del vino, un vino e tour gastronomico che sarà davvero un’esperienza da ricordare!