loader

Sfumature di Valpolicella: Pietra di Prun

La pietra più preziosa della Lessinia

Fin dalla preistoria, nell’alta valle di Negrar, le genti della Valpolicella utilizzavano, estraevano e lavoravano un particolare tipo di pietra per costruire abitazioni e utensili: la “pietra di Prun”. Prende il nome dal luogo della grotta principale, anche se oggi è meglio conosciuta come “Pietra della Lessinia”, così come la zona montuosa che circonda Verona da cui è originaria. La particolare conformazione di questa pietra permette una facile estrazione di lastre, localmente dette “lastame”. La vena è ben visibile in vari punti, dove emerge letteralmente dal terreno.

Per quanto nota e utilizzata già da secoli, la prima testimonianza ufficiale di una cava in questa zona risale al 1204. Lungo la scarpata rocciosa che risale i fianchi occidentali dell’alta valle di Negrar, furono scavate una serie di aperture che celano importanti testimonianze della cultura estrattiva veronese. Si tratta di vere e proprie opere monumentali — quasi maestose basiliche rupestri — realizzate da anonimi scalpellini che, nel corso dei secoli, hanno estratto e lavorato il calcare dalla roccia viva. Questo è il motivo per cui si può sostenere che non sono stati solo gli uomini a modificare il paesaggio circostante, ma anche il paesaggio a modificare gli uomini e la loro cultura.

Valpolicella hues: Prun stone

Valpolicella – Cave di pietra di Prun

Rosa chiaro, proprio come il vino rosé

La pietra di Prun è di origine calcareo-marmosa e i suoi colori, visti i 73 strati di cui è composta, vanno dal bianco, al rosa tenue, al rosa acceso, colore che ricorda agli amanti dei vini rosati, i vini più delicati prodotti in Valpolicella. In origine questa particolare pietra veniva utilizzata localmente per creare utensili e ripari, successivamente per costruire muri difensivi e pavimenti di capanne, case e tetti, stalle e fienili, bacini e ghiacciaie, quindi per pavimentare aie e piazzali.

Veniva utilizzata e scolpita anche per creare capitelli ed elementi architettonici per le chiese locali. Gli esempi più celebri sono San Giorgio a Sant’Ambrogio, San Giovanni (in cima al monte Loffa), San Marco in Valgatara. Nel tempo la pietra di Prun divenne pregiata e molto ricercata: durante il Medioevo veniva trasportata via terra fino al fiume Adige, poi trasportata per via d’acqua a Verona e in molte città della pianura padana, dove veniva utilizzato per realizzare edifici e pavimentazioni. La bella tonalità rosata della pietra di Prun colora ancora oggi la pavimentazione di Via Mazzini, accanto a Piazza Bra, nel cuore antico di Verona.

Valpolicella hues: Prun stone

Valpolicella – strati di pietra Prun

Un tesoro tutto da scoprire

Sapevi che ogni singolo strato di pietra di Prun è stato nominato dai cavatori usando termini locali? Descrivono il loro colore, spessore, uso comune, posizione, facilità o difficoltà di estrazione e caratteristiche positive o negative. E che si può ancora viaggiare nel tempo visitando le “preare”, una serie di maestose grotte abbandonate nei pressi di Negrar? E che puoi ammirare i fossili scoperti nell’argilla che separa gli strati di pietra di Prun nel Museo Preistorico e Paleontologico di Sant’Anna di Alfaedo?

Partecipa a uno dei nostri tour in Valpolicella e assicurati di chiederci della pietra di Prun. Ti condurremo alla scoperta di questi affascinanti tesori nascosti della Valpolicella!

Valpolicella hues: Prun stone

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *