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Borghetto, una perla sul Mincio

Il perenne scrosciare dell’acqua, i mulini, la natura, l’atmosfera incantata: ecco a voi Borghetto, un fiabesco borgo di origine medievale incastonato al confine tra Veneto e Lombardia. Questa minuscola frazione di Valeggio sul Mincio è infatti una vera e propria perla che nulla ha da invidiare a località ben più conosciute per storia, cultura, eventi e tradizioni enogastronomiche.

Da sempre l’acqua è un elemento essenziale nella storia di Borghetto, che ha regolato il rapporto tra uomo e natura, segnato i confini, creato lavoro e scandito il ritmo delle pale dei mulini. Il borgo è stato infatti strategicamente fondamentale per secoli, in quanto punto di guado che ha permesso lo spostamento di mercanti, viandanti ed interi eserciti. Per questo motivo possiamo tranquillamente affermare che Borghetto abbia una vera e propria vocazione all’ospitalità, ben radicata nella sua storia: viaggiatori, commercianti e pellegrini di ogni epoca hanno sempre trovato qui un posto per la notte, un piatto caldo e un buon bicchiere di vino. Questo luogo sospeso tra cielo, acqua e terra è stato a lungo conteso prima dalle signorie di Scaligeri, Gonzaga e Visconti, poi dalla Repubblica di Venezia e addirittura da Austria e Francia. L’origine e il passato medievale e longobardo del borgo sono chiaramente leggibili ovunque, semplicemente camminando nelle sue stradine pittoresche: l’antica pieve romanica di Santa Maria, sulle cui rovine è stata costruita la chiesa di san Marco Evangelista, il magnifico Ponte-diga Visconteo, voluto da Gian Galeazzo Visconti e incluso nel sistema difensivo del Castello Scaligero di Valeggio, la statua di san Giovanni Nepomuceno, santo originario della Boemia e patrono dei fiumi e dei ponti. Solo con il passaggio della Repubblica di Venezia nel XV secolo Borghetto è diventato il “villaggio dei mulini”, fondamentali per le attività di molitura del grano e pilatura del riso di quello che era diventato un centro agricolo molto importante. Queste attività sono state portate avanti artigianalmente fino al XX secolo, quando si è passati alla produzione industriale, ma anche se ferme da decenni le pale dei mulini offrono ora scorci estremamente suggestivi di un luogo che pare sospeso nel tempo.

Alla storia ufficiale, si sa, spesso si affiancano miti e leggende, che ci aiutano a spiegare, in modo assai pittoresco, l’origine di usanze e tradizioni locali che sono tutt’ora ben radicate nella comunità. Nel caso di Borghetto la leggenda più nota non poteva che essere collegata al suo prodotto gastronomico per eccellenza: il tortellino di Valeggio, anche conosciuto come “nodo d’amore”. La storia narra dell’amore tra Silvia, una bellissima ninfa che viveva nelle acque del fiume Mincio, e Malco, il valoroso capitano delle truppe del Signore di Milano, Giangaleazzo Visconti. Si credeva infatti al tempo che il fiume fosse popolato di splendide ninfe che di notte uscivano per danzare, ma che una maledizione aveva condannato a trasformarsi in orride streghe. Una notte le ninfe-streghe uscirono e iniziarono a ballare tra i soldati addormentati delle truppe di Gian Galeazzo Visconti, accampati proprio sulle rive del Mincio. Il capitano delle guardie Malco, però, stava vegliando e alzatosi improvvisamente ne inseguì una, scoprendo che si trattava in realtà di una bellissima ninfa, Silvia. I due si innamorarono e la ninfa donò a Malco un fazzoletto dorato come pegno di eterno amore. La sera successiva, durante dei festeggiamenti, Malco riconobbe tra le danzatrici Silvia che per amor suo si era spinta tra gli uomini. Gli sguardi che i due si scambiarono ingelosirono però Isabella, nobile dama invaghita del capitano, che denunciò Silvia come strega. Le guardie intervennero per arrestarla, ma Malco permise alla ninfa di fuggire. Imprigionato, il capitano ricevette la notte stessa la visita di Isabella, che gli chiese perdono. In quel mentre comparve anche Silvia che propose all’amato l’unica via di fuga possibile: non sulla terra, ma nelle acque del fiume! I due si diressero al Mincio, inseguiti dalle guardie del Visconti: quando anche il signore di Milano giunse presso il fiume, vi trovò solamente il fazzoletto di seta dorata annodato dai due amanti per sigillare il loro amore. Ed è proprio questo nodo dorato che da generazioni sapienti mani cercano di riprodurre, andando ad avvolgere un tenero cuore di carne in una sottilissima sfoglia di pasta fresca. Per celebrare questa eccellenza locale, da più di 25 anni gli abitanti del borgo organizzano ogni terzo martedì di giugno un evento straordinario, la festa del nodo d’amore: il Ponte Visconteo viene chiuso al traffico, e una tavolata lunga oltre un kilometro viene imbandita per ospitare a cena circa 3000 persone. Una vera e propria cena-spettacolo dove il tortellino è indiscusso protagonista.

L’abbinamento perfetto per un piatto di tortellini di Valeggio? Non può che essere un calice di Custoza DOC, il vino bianco per eccellenza di questo territorio. La freschezza e la leggera aromaticità di questo bianco secco, infatti, si sposano egregiamente con la delicatezza del nodo d’amore. Il Custoza è ottenuto da vitigni a bacca bianca, quali la Garganega, il Trebbianello, la Bianca Fernanda, la Malvasia Toscana, il Riesling Italico, il Sauvignon, il Pinot Bianco, lo Chardonnay e l’Incrocio Manzoni, coltivati nell’anfiteatro morenico del basso Garda. E sono proprio lo speciale microclima e le caratteristiche del suolo a donare a questo vino la sua particolare aromaticità e la piacevole sapidità.

Ti abbiamo incuriosito a sufficienza e non vedi l’ora di scoprire questo territorio incantevole?

Se sei un amante delle attività all’aria aperta di sicuro il modo più indicato per spendere una piacevolissima giornata in questa zona è percorrere la ciclovia del Mincio che collega Mantova a Peschiera del Garda, fermandosi lungo la strada (magari per pranzo!) proprio a Borghetto.

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