Mancano ormai pochi giorni al Natale, la festività che per eccellenza riunisce a tavola intere famiglie, per un rituale collettivo all’insegna del mangiare e bere bene (e spesso anche troppo). Avete già scelto il menù del vostro pranzo di Natale? Oggi vorremmo proporvi un nostro menù ideale, a base di piatti tra i più iconici della tradizione veronese, ovviamente abbinati ad un accompagnamento vini tutto locale.
Antipasto
Per cominciare non può certo mancare un bel tagliere di salumi e formaggi, sul quale non può mancare la soppressa veneta e il Monte veronese DOP (magari in diverse stagionature) e qualche fettina di polenta abbrustolita. Ad accompagnare, e a dare il via ai brindisi della giornata, una bollicina, ad esempio l’Arcerus della cantina Cornelia Tessari, uno spumante extra brut a base Garganega perfetto per l’aperitivo.
Primo
Come primo piatto abbiamo selezionato i Tortellini di Valeggio, noti anche come nodi d’amore (ne abbiamo parlato in questo articolo!). Fatta rigorosamente a mano, questa pasta ripiena consiste in una sfoglia sottilissima che racchiude un gustoso ripieno di carne (stracotto di manzo, carne di maiale, polpa di vitello e durelli o fegatini di pollo) insaporito con pepe, rosmarino, parmigiano, pane grattugiato e tuorlo d’uovo. Consigliamo di servirli in un brodo di carne caldo, ma anche un condimento a base di burro fuso e salvia è in grado di esaltare gli aromi delicati del tortellino. Per contrastare la grassezza e l’aromaticità del ripieno, consigliamo di abbinare un vino giovane e poco strutturato, bianco o rosso a seconda dei gusti. Il nostro consiglio? Valpolicella Classico DOC dell’Azienda Agricola La Marega, per un’esplosione di freschezza, frutti rossi e note pepate.
Secondo
La portata principale per questo pranzo festivo non può che essere il bollito misto con la pearà, regina indiscussa della tradizione gastronomica veronese. Se nel resto dell’Italia settentrionale il protagonista di questo piatto è il bollito, diversi tagli di carne lessati come muscolo di manzo, gallina, testina di vitello, cotechino e lingua, nella tradizione veronese è la salsa di accompagnamento a prendere il sopravvento. Leggenda vuole che l’origine della pearà risalga addirittura al medioevo, alla corte longobarda di Re Alboino, inventata dal cuoco di corte per ridare le forze a Rosmunda, consorte del re, che si stava lasciando morire di fame. Inventò così una salsa sostanziosa, fatta di pane, midollo, brodo e abbondante pepe nero, da cui il nome dialettale peverada, poi divenuto pearà. A completare il piatto si portano in tavola anche la salsa verde, il cren e la mostarda piccante di frutta, che puliscono la bocca e regalano un tocco stuzzicante alla carne. La pearà è un piatto eccezionalmente gustoso e sostanzioso, da sempre associato alla festa e allo stare in famiglia, e va abbinato a un vino importante, per le occasioni speciali. Stappare una bottiglia di Amarone in questo caso è davvero d’obbligo! Una vera chicca è l’Amarone della Valpolicella Classico DOCG Campo di Villa della cantina Nepos Villae, un bicchiere che vi saprà conquistare con la sua intensità e persistenza.
Dolce
Il dessert che non può mancare sulle tavole veronesi è senza dubbio il Pandoro, un soffice lievitato cosparso di zucchero a velo le cui origini risalgono al 1800. A differenza del più famoso Panettone milanese, il Pandoro di Verona non è farcito con canditi e uvetta, né ricoperto di glassa e mandorle, oltre a presentarsi in una caratteristica forma di stella a otto punte disegnata dal pittore impressionista veronese Angelo Dall’Oca Bianca. Questo dolce è spesso accompagnato da una deliziosa crema al mascarpone: pociare (intingere, in dialetto veronese) la morbida pasta del pandoro nella cremina è un’attività che crea dipendenza! L’abbinamento perfetto non può che essere con il Recioto di Soave Classico DOCG Tre Colli di Cornelia Tessari, vino dolce caratterizzato da un intenso profumo di frutta esotica, note speziate e una nota di mandorla tostata in fin di bocca.
Vi è rimasto ancora un buchino? Un pezzetto di mandorlato di Cologna Veneta potrebbe mettere a prova i vostri denti, ma è una delizia da non perdere! Si tratta di un croccante a base di miele, zucchero, albume d’uovo e ovviamente mandorle.
Vi abbiamo fatto venire l’acquolina in bocca? allora buon appetito…e buone feste! Cin-cin