Febbraio, e più precisamente la settimana che precede l’inizio della Quaresima, è per Verona il mese in cui culminano le celebrazioni del Carnevale. Si tratta di un vero e proprio Baccanale (il “Bacanàl del Gnoco”, appunto), ovvero una sfilata sfrenata in cui tutte le convenzioni sociali sono sovvertite, corredata da distribuzione di cibo alla popolazione. Si tratta di uno dei carnevali più antichi d’Europa, infatti le origini di questa tradizione risalgono al tardo medioevo, e se ne celebra quest’anno la 494° edizione.
Questa usanza veronese ha presumibilmente origine da un evento storico: nel 1531, un anno caratterizzato da devastanti inondazioni, invasioni e carestia, il popolo assaltò i fornai, e alcune delle persone più abbienti della città sedarono la rivolta dei poveri affamati offrendo viveri di prima necessità, tra cui gli gnocchi. Questi eventi interessarono in particolare il quartiere di San Zeno, dove ancora esiste una tavola in pietra (pietra del Gnoco), presso la quale avveniva la distribuzione di viveri ai poveri. È tutt’ora questo il fulcro del Carnevale veronese, che raggiunge il suo apice nell’ultimo venerdì prima della Quaresima, il “Vènardi Gnocolàr”, proprio in ricordo di quel venerdì di rivolte nel 1531.
Tra coloro che porsero al popolo le risorse per sfamarsi e che tramandò questa tradizione menzionandola nel suo testamento, c’era Tommaso Da Vico, leggendario fondatore del Carnevale veronese, rievocato ogni anno nella celebre figura del Papà del Gnoco. Si tratta della maschera principale del Carnevale di Verona che viene rappresentata da un uomo anziano, rubicondo e dalla lunga barba bianca. È vestito con un abito in broccato nocciola, uno stravagante copricapo con sonagli, un mantello rosso, dei guanti bianchi e porta a mo’ di scettro una grande forchetta dorata in cui è infilzato…un enorme gnocco di patata! Il Papà del Gnoco viene eletto tutti gli anni tra gli abitanti di Verona, a seguito di una accesissima campagna elettorale durante la quale i candidati mettono in atto la loro strategia senza esclusione di colpi. Il premio per il vincitore? Una generosa porzione di gnocchi, ovviamente!
Per secoli, conformemente all’avvicendarsi degli eventi storici, nel giorno di Vènardi Gnocolàr i Veronesi hanno sfilato lungo un percorso di circa 7 km tra le vie della città al seguito del Papà del Gnoco e della sua corte, in un festoso corteo che con il tempo ha incluso anche carri allegorici (ogni anno è una vera e propria competizione tra le contrade per realizzare il più bello!) e gruppi folkloristici locali e internazionali. Ma l’attività delle maschere non è limitata ad un solo giorno di festa, si svolge anche nei mesi precedenti e successivi, con sfilate nei carnevali della provincia, partecipazioni ad eventi di beneficenza e visite in ospedali, scuole e ospizi.
Non solo gnocchi per Carnevale
Si sa, ogni festa che si rispetti è legata a prelibatezze locali, che contribuiscono a rendere questi momenti ancor più memorabili. Il piatto carnevalesco per eccellenza a Verona sono ovviamente gli gnocchi, che non sono per noi Veronesi solo una pietanza o una ricetta, bensì un simbolo di abbondanza, di ritorno al benessere e di condivisione con gli altri. L’origine di questa specialità risale al Medioevo, quando era una pietanza molto diffusa che consisteva in un semplicissimo impasto di farina e acqua condito con burro e formaggio. Nel corso degli anni, grazie al crescente benessere, vennero aggiunte alla ricetta originale le uova all’interno dell’impasto e, dopo la scoperta dell’America, anche le patate schiacciate. I condimenti più diffusi per accompagnare gli gnocchi sono: sugo di pomodoro, burro fuso e salvia, gorgonzola oppure la pastissada de caval, il tradizionale stracotto di carne di cavallo tipico della cucina veronese (questo argomento meriterebbe un approfondimento a sé, magari in un prossimo articolo!).
Retaggio derivante dalla dominazione veneziana, ma benevolmente accolta ed inglobata nella tradizione carnevalesca veronese, è la frittella. La frittella nasce nella Repubblica di Venezia intorno al 1300 e si diffonde come simbolo del Carnevale in tutto il territorio del Veneto, compresa, ovviamente, la città di Romeo e Giulietta. La frittella tradizionale veneta è preparata con i seguenti ingredienti: uova, farina, latte, uvetta sultanina, pinoli e zucchero, il tutto sapientemente mescolato e fritto in abbondante olio bollente. Al palato queste prelibatezze risulteranno fragranti all’esterno e morbidissime e scioglievoli all’interno. Con il tempo la ricetta è andata modificandosi, per andare incontro ai gusti di palati molto diversi; perciò, ora la si può facilmente trovare farcita con crema pasticcera, mele, cioccolata e… chi più ne ha più ne metta!
Un altro dolce tipico del Carnevale veronese sono i galani o sossole, conosciuti nelle altre regioni italiane anche con il nome di chiacchere, crostoli, cenci, frappe… e tanti altri nomi a seconda della zona. Si tratta di strisce create da un impasto semplice composto da farina, uova, zucchero, burro e un po’ di liquore a piacere, fritte e spolverate di zucchero. Il risultato è quello di un dolce croccante e molto friabile. Sarà difficile fermarsi al primo assaggio!
Quest’anno Vènardi Gnocolàr cade il 9 di Febbraio e, se siete in zona è davvero un evento da non perdere per gustare appieno lo spirito veronese! E per restare nello spirito giusto, perché non abbinarci anche una bella degustazione di vini del territorio? Verifica le disponibilità sul nostro sito e parti con noi!